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BAW22 MAIN PROJECT: ERO(E) - Matteo Attruia

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23.09-02.10.2022

lu-sa | Mo-Sa: 06.00-01.00; do | So: 09.00-18.00
Opening 22.09: 19.30

 

“L’opera si interroga sulla figura dell’eroe e sulla sua funzione all’interno della società contemporanea. non è una risposta, piuttosto un dubbio. ERO_E è un progetto su un’assenza ben radicata a terra con le sue tre tonnellate di ombra e di luce. il piedistallo è vuoto i gradini sono ben visibili. La salita non è richiesta ma nemmeno proibita. eroe diventa ero e dove la e segna l’invito ad un completamento, ad un altrove. ero e...tanto altro” 
(Matteo Attruia)

Abbiamo tutti bisogno di eroi, ma il piedistallo è vuoto. Dell’eroe solo una traccia, parziale, una scritta che svanisce. L’iscrizione rimarca solo ERO, il passato, scontornandolo di nero. Il marmo bianco di Covelano, uno dei marmi più puri e resistenti al mondo, estratto in una delle cave più alte d’Europa è stereotipo della durevolezza, ma nulla è per sempre. L’imperfetto del verbo essere e la congiunzione E aprono una possibile continuità dell’azione nel presente, ma la salita è ripida, l’altezza dà vertigini e lassù si è soli. 
Matteo Attruia da sempre “gioca” con le parole, lavorando con sottrazioni di lettere che alterano il significato in opere solo apparentemente “leggere”. In questo caso non è un foglio di carta il supporto che si può rielaborare, ma un blocco massiccio. L’agilità mentale di un artista che continua a reinterpretare e mettere in questione il proprio lavoro ogni volta che lo guarda, incontra e si scontra con la solidità del materiale, che impone un limite da superare: ERO(E) diventa ERO_È, poi EROE_E e “tanto altro” ancora…: …un’idea in evoluzione continua che nemmeno il marmo riesce a “fermare”. Il messaggio dell’artista non è mai finale, imposto, apre ed anzi è interessato alle interpretazioni altrui. Il lavoro - come un’opera pensata per lo spazio pubblico dovrebbe fare - vive e può sopravvivere solo nel dialogo sempre attualizzabile con l’interlocutore. 

Ciò che rimane e contagia è proprio un’idea che per l’artista ha avuto un lungo periodo di gestazione dalla prima intuizione nel 2011 alla realizzazione in occasione di questo progetto per BAW nel 2022: un progetto che diventa possibile proprio nel momento in cui viene partecipato e realizzato collettivamente nell’entusiasmo e con l’energia che nasce dal farlo insieme. È proprio lo stare umilmente “in disparte” dell’autore che motiva altri a contribuire e ad essere co-protagonisti attivi – siano essi esecutori o fruitori del progetto. 

È un’opera molto presente nel suo peso e in un tempo fatto dalle suggestioni dell’attimo che nelle forme di espressione prevalenti possono essere cancellate, “corrette” o rimaneggiate, si prende il rischio della permanenza. ERO_E è un monumento all’antica nei materiali, nella tecnica, nelle sembianze, anche un’idea forse superata, eppure la E volutamente non finita lascia uno spazio di azione possibile nel presente, ristretto come gli scalini ripidi che portano in cima, ma ampio come la visuale dall’alto. 

È fatto innanzitutto da un’assenza subito evidente. È incompleto. Ma è nella sua imperfezione che l’eroe diventa umano, avvicinabile, di vera ispirazione per colui che lo incontra. ERO_E nel suo essere mai finito apre infinite possibilità. 

 

„Die Arbeit hinterfragt die Figur des Helden und seine Funktion in der heutigen Gesellschaft. Keine Antwort, eher ein Zweifel. ERO_E ist ein Projekt über eine Abwesenheit, die mit ihren drei Tonnen Schatten und Licht tief im Boden verwurzelt ist. Der Sockel ist leer, die Stufen sind deutlich sichtbar. Die Besteigung ist nicht vorgesehen, aber auch nicht verboten. Von ERO_E (Held) liest sich nur ERO (war) und die nicht markierte Konjunktion E (und) ist die Einladung zu einer Vollendung, zu einem Anderswo. Ich war und … Vieles mehr “ (Matteo Attruia)

Wir alle brauchen Helden, aber das Podest ist leer. Nur eine Spur des Helden, eine Schrift, die verschwindet. Die Inschrift betont nur ERO (war), die Vergangenheit, markiert sie schwarz. Der weiße Göflaner, einer der reinsten und resistentesten Marmorsorten, der in einem der höchsten Steinbrüche Europas gewonnen wird, ist ein Stereotyp der Beständigkeit, aber nichts ist für immer. Das Imperfekt des Tempus „ERO“ (war) und die Konjunktion E (und) lassen eine mögliche Kontinuität der Handlung in der Gegenwart offen, aber der Aufstieg ist steil, die Höhe macht schwindelig und dort oben steht man allein.

Matteo Attruia „spielt“ schon immer mit Worten, indem er mit der Subtraktion von Buchstaben arbeitet, die die Bedeutung in Werken verändern, die nur scheinbar „leicht” wirken. In diesem Fall ist der zu bearbeitende Träger aber nicht ein Blatt Papier, sondern ein massiver Block. Hier trifft die mentale Agilität des Konzept-Künstlers, der vor dem „fertigen“ Werk nicht stehen bleiben kann, sondern es immer wieder neu interpretiert und in Frage stellt, auf die Solidität des Materials das ihm eine Grenze auferlegt und ihn zwingt diese zu überschreiten. Im Prozess der Ausarbeitung wird aus ERO(E) zuerst ERO_È, dann EROE_E und „Vieles mehr” ...: ...eine Idee in kontinuierlicher Entwicklung, die nicht einmal Marmor „aufhalten“ kann.

Die Botschaft des Künstlers ist daher nie endgültig oder auferlegt, sondern stets offen und interessiert sich tatsächlich für die Interpretationen anderer. Die Skulptur – wie es ein für den öffentlichen Raum bedachtes Werk tun sollte – lebt und kann nur im stets aktualisierbaren Dialog mit den GesprächspartnerInnen überleben.

Was bleibt und ansteckend wirkt, ist eben diese Idee, die für den Künstler von der ersten Intuition im Jahr 2011 bis zur Umsetzung anlässlich dieses Projekts für die BAW im Jahr 2022 eine lange Entwicklungszeit hinter sich hat: ein unrealisierbares Vorhaben, das erst in dem Moment möglich wird, in dem es auf die Begeisterung und Energie trifft, die daraus entsteht, gemeinsam etwas zu verwirklichen. Gerade das demütige „Abseitsstehen“ des Autors motiviert andere dazu, sich einzubringen und aktive Mitgestalter zu sein – ob Ausführende oder Nutzer des Projekts.

Es ist ein in seinem Gewicht sehr präsentes Werk und in einer Zeit, die von den Suggestionen des Augenblicks geprägt ist, die in den vorherrschenden Ausdrucksformen aufgehoben, „korrigiert“ oder überarbeitet werden können, geht es das Risiko der Dauerhaftigkeit ein.

ERO_E ist ein „antik“ anmutendes Denkmal in den Materialien, in der Technik, im Aussehen, sogar eine vielleicht veraltete Idee, doch das bewusst unvollendete E lässt einen Handlungsspielraum in der Gegenwart offen, so eng wie die steilen Stufen, die nach oben führen, aber so weit wie die Sicht von oben.

Das Monument besteht in einer unmittelbar offensichtlichen Abwesenheit. Es ist unvollkommen. Aber gerade durch seine Imperfektion wird der Held menschlich, zugänglich und inspirierend für diejenigen, die ihm begegnen. ERO_E eröffnet in seinem „nie beendet sein“ unendliche Möglichkeiten.

 

Ad hoc production for BAW – Bolzano Art Weeks 2022 by and with Covelano Marmi in collaboration with Marina Bastianello Gallery, Basis Vinschgau Venosta & Palais Campofranco. Curated by Nina Stricker.

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Marina Bastianello Gallery
Palais Campofranco
Piazza Walther 13 Waltherplatz

marinabastianellogallery.com
matteoattruia.com
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